L’IA e la realtà virtuale: l’incontro di due mondi

Intervista a un giovane esperto di informatica che usa il visore del 2018 

Di Lavinia Mocanu e Mattia Lo Coco

L’IA, cioè l’intelligenza artificiale, è un ramo dell’informatica che permette la progettazione di  macchine con caratteristiche umane. Ideato negli anni ’50 da Alan Turing, è un sistema che si sta  sviluppando negli ultimi anni e che fa parte della vita di tutti i giorni. Esempi di IA sono Siri nei  dispositivi della Apple, Google AI dell’omonima azienda e Alexa di Amazon.  Insieme all’IA, sta facendo progressi anche la realtà virtuale, abbreviata come VR dall’inglese  Virtual Reality, cioè un mondo digitale al quale si può accedere attraverso dei visori. La realtà  virtuale, per rendere l’esperienza più reale, coinvolge l’udito e la vista; inoltre permette di vedere  video e di giocare a 360° spesso utilizzando anche i controller.  

Per approfondire questo argomento abbiamo fatto delle domande ad Alessandro Alagia, un giovane  esperto di informatica che ha un visore del 2018. 

Quanto tempo passi a giocare con la realtà virtuale? 

Uso il visore per un ora o tre ore al giorno, ma certe volte lo uso più di altre.

Che giochi hai sul visore? 

Ho circa una sessantina di giochi che sono principalmente di combattimento, avventura e  horror, ma ho anche giochi in cui interagisco con altre persone. 

Quando hai scoperto la realtà virtuale? Da quanto tempo hai il visore? 

Quando ero molto giovane e ho il visore da giugno 2023. 

Cosa ti ha colpito di più del VR? 

Il fatto che ci sono giochi nei quali si interagisce come se fossi nella realtà 

Cosa si potrebbe migliorare? 

Le lenti del visore per vedere meglio il gioco; il visore potrebbe essere piu leggero e meno costoso e  poi bisogna migliorare il materiale che sta a contatto con la pelle perchè fa sudare.

Hai fatto amicizie giocando? 

Si, e ho conosciuto persone di varie nazionalità, tra cui anche alcuni italiani.

Come ti fa sentire rispetto alla realtà? 

É quasi uguale, ma ti dà la libertà di fare più cose, come per esempio volare.

Come ti senti dopo aver giocato e che effetto ti fa poi ritornare alla realtà?

Le prime volte era strano tornare alla realtà e, visto che era estate, mi sentivo un po’ frastornato, però  poi mi sono abituato. 

Cosa si può fare con la realtà virtuale? 

Si può fare di tutto, tipo avere i superpoteri, basta sapere come trovarli o come crearli. Si possono  prendere vari oggetti in mano usando i controller e spostarli. 

Cosa ne pensi? Come ti sembra l’IA? 

Secondo me è un’ottima invenzione e fa vedere come l’uomo si è evoluto con la tecnologia.  Penso che l’IA si sia sviluppata molto negli ultimi tempi e che sia molto utile.

Quali sono le cose negative del visore e cosa non ti piace degli utenti? 

Il visore certe volte si blocca anche con giochi banali che non consumano molto. Le fascette che  servono a tenere il visore sulla testa sono aggiuntive e dopo un po’ non sono molto convenienti  perché magari si rompono o si ingialliscono e si devono spendere molti soldi per averne altre.  Quando si gioca, visto che non si può vedere l’ambiente circostante, non ci si rende conto di dove  siamo e può essere pericoloso, infatti ci sono stati degli incidenti.  

Per quanto riguarda le altre persone, molti fingono di avere malattie per essere famosi e, in base ai  giochi, molti sono gentili, altri meno.

Il 2 febbraio scorso è uscito negli Stati Uniti il visore Apple Vision Pro, che ha realtà virtuale, mista  e aumentata. Costa $3,499 e rispetta l’ambiente, infatti tutti i componenti del visore sono fatti da  materiali riciclati. Non ha controller, è molto facile da usare ed è strutturato come un computer, ma  le schermate si adattano all’ambiente circostante. Si può scrivere, guardare film e video, ascoltare  musica e dà la possibilità di fare molto altro senza mai disconnettersi completamente dalla realtà. Si  può usare anche all’aperto, ma la batteria dura 2 ore. Questo è un esempio di come la realtà virtuale  sta iniziando, come l’IA, a far parte della vita di tutti i giorni.  

Da questa intervista possiamo dunque dire che la realtà virtuale dà alle persone la possibilità di  essere liberi e di fare ciò che si vuole, ma ha delle conseguenze nella vita reale. L’uso eccessivo del  VR può causare: nausea, vertigini e secchezza oculare. Dal punto di vista psicologico ci sono sia  pregi, come l’espressione della creatività e il socializzare con altri utenti, sia difetti; infatti se si  viene influenzati da altre persone, si potrebbe perdere la propria identità con senso di  smarrimento e insicurezze. Quindi la realtà virtuale e l’IA sono strumenti da usare con cautela.  

Articolo di Lavinia Mocanu e Mattia Lo Coco.

L'autrice / autore