di Livia Leila Sarti
Il 12 giugno, nella suggestiva cornice del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, si è svolta una cerimonia dal forte valore simbolico e sociale: il conferimento della cittadinanza onoraria a 125 ragazze e ragazzi di origine straniera, che hanno concluso almeno un ciclo scolastico di cinque anni, ma che ancora non possiedono formalmente la cittadinanza italiana.

L’iniziativa, promossa dalla Sindaca Sara Funaro e dalla Giunta comunale, ha voluto ribadire un messaggio chiaro: chi cresce, studia e si forma in Italia è parte integrante della nostra comunità. Non si tratta soltanto di un gesto formale, ma di un segno concreto di riconoscimento verso giovani che da anni partecipano attivamente alla vita scolastica, sociale e culturale della città. “Ius scholae” è il nome con cui viene identificata la proposta di legge che permetterebbe ai minori stranieri nati in Italia, o arrivati entro i 12 anni, di ottenere la cittadinanza dopo aver completato un ciclo scolastico di almeno cinque anni. Una legge che il Parlamento italiano discute da anni senza però arrivare mai a una decisione definitiva.

Sul palco, oltre alla Sindaca e al presentatore Leonardo Margarito, si sono unite anche Vicktoria Karam e Senka Majda, due rappresentanti emblematiche delle nuove generazioni italiane. Vicktoria Karam, nata in Italia da genitori brasiliani e oggi assistente parlamentare a Bruxelles, è fondatrice di “Volti Italiani”, il progetto social che dà voce alle storie di chi, pur cresciuto in Italia, affronta l’iter della cittadinanza. La sua esperienza personale, segnata da anni di burocrazia, testimonia l’urgenza di cambiare il sistema. Accanto a lei, Senka Majda, arrivata in Italia da bambina, oggi mediatrice culturale e attivista; porta con sé anche un forte legame con la comunità locale, è infatti consigliera eletta nel Consiglio di Quartiere 3 di Firenze e figura attiva in commissioni strategiche. La sua esperienza personale si intreccia con un impegno concreto sul territorio, per un’Italia più inclusiva e vicina alle giovani generazioni.

La città di Firenze ha voluto dare un segnale forte: la scuola è il luogo dove si cresce insieme, indipendentemente dalle origini, e dove si costruisce l’identità di cittadine e cittadini.
Come ha sottolineato la Sindaca durante il suo intervento, “Firenze è da sempre una città che si è battuta per i diritti e per l’uguaglianza. In questa sala c’è chi parla fiorentino e chi, seppur non parlando in dialetto, studia nelle scuole di questa città”.
Tra i sorrisi emozionati dei ragazzi e la commozione delle famiglie presenti, si è respirata un’atmosfera di speranza. Una speranza che il riconoscimento simbolico diventi presto anche realtà giuridica, in un Paese che ha ancora bisogno di leggi più inclusive, perché quei 125 ragazzi potrebbero essere i nostri compagni di classe ma per lo stato non sono ancora parte di questa comunità, sono ancora ospiti in casa loro.
L'autrice / autore
Ho la valigia sempre pronta e la testa piena di interrogativi. I viaggi mi aiutano a staccare la mente ma sono le domande a riaccenderla. Amo scrivere di politica, diritti e di quei temi che spesso sembrano lontani da chi mi sta intorno ma che io sento vicinissimi