Intervista a Gabriella Greison, la rockstar della fisica che scrive libri e si occupa di meccanica quantistica. “Ancora troppi pregiudizi contro le donne nella scienza”
di Anastasia Ghezzi
Abbiamo intervistato Gabriella Greison, la “Rockstar della fisica”, per capire quali sono le cause del gender gap nelle materie STEM.
Scrittrice, attrice teatrale, fisica e narratrice di meccanica quantistica. Gabriella Greison, la “Rockstar della fisica” per il Corriere della Sera, è tra le voci più autorevoli nel racconto della scienza che abbiamo in Italia. È stata inserita nella classifica di Forbes delle “100 donne di successo 2024”.
Gabriella Greison ha scritto molti libri sulle più importanti scienziate concentrandosi sulla ricostruzione storica degli eventi, dando così voce a tutte le vittime di soprusi legati alla differenza di genere. Così l’abbiamo intervistata per capire quanto questo divario sia ancora presente oggi nelle materie STEM.
Secondo lei quali sono le ragioni per cui le donne sono meno riconosciute nelle materie STEM?
“Il problema è storico, 2000 anni di storia. Alle donne sono stati attribuiti sempre altri ruoli. E purtroppo oggi i luoghi comuni e le frasi fatte continuano ad esserci.”
Il divario di genere è ancora evidente o si sta attenuando? Si può ancora assistere ad episodi sessisti?
“È ancora evidente. Episodi di sessismo sono all’ordine del giorno. Molte volte le persone non se ne accorgono neanche di propinarli. Ho assistito di recente ad una conferenza a Boston, e siccome il professore che parlava non riusciva ad aprire le finestre Excel, allora il presentatore gli ha fatto la battuta ‘fai come mia moglie!’. Assurdo, no? Tutti hanno riso. Oppure sui social, uno ha scritto un post ‘meglio capire la meccanica quantistica che le donne’, facendo ridere tutti. Io ho scritto ‘pensa se devi capire una donna che parla di meccanica quantistica…’, ma naturalmente avrei voluto fargli battute diverse.”
La scienza ha da sempre un ruolo secondario nella società. Questa concezione sta cambiando? Come viene considerata oggi?
“Oggi ancora non è stata inserita la scienza nella cultura con la c maiuscola. Basti guardare i 4 ruoli apicali del governo, nessuno viene da materie STEM. Fortunatamente negli altri paesi non è così, guardate la Germania o la Francia. Quindi il mio consiglio ai ragazzi è di uscire dai nostri confini.”
È stata inserita nelle 100 donne di successo del 2024 da Forbes, come si sente riguardo a ciò?
“È un ambito riconoscimento. Sono molto felice. Solo 100 in tutta Italia, wow, è prestigiosissimo essere lì dentro. Il 2024 è stato un anno pazzesco per me, infatti. La semina ha portato tanti frutti. Ma, come fa il contadino, non mi fermo, e continuo a seminare.”
Ma parliamo di libri adesso. Lei si è laureata in fisica, come ha iniziato ad approcciarsi alla divulgazione?
“È sempre stato il mio mondo, la fisica. In particolare la fisica quantistica. Io avevo un’ossessione, e fino a quando non l’ho realizzata, non mi sono data pace. Volevo raccontare la foto del 1927 del V Congresso Solvay, il più grande ritrovo di cervelli della storia. All’inizio chiunque mi ha impedito di farlo. Poi finalmente è uscito il mio primo romanzo (“L’incredibile cena dei fisici quantistici”, ed. Salani, 2016) e il mio primo monologo teatrale, e da lì è nato tutto.”
Lei ha scritto 13 libri, soprattutto di fisica quantistica, ma variando anche nei temi, come le viene l’ispirazione?
“Io vivo d’istinto, e poi seguo l’ispirazione di un flash, per poi arrivare ad avere un tormento quotidiano, e fino a quando non scrivo quel tormento non sono felice.”
Uno dei personaggi che ricorre spesso nei suoi libri e monologhi è Mileva Marić, la prima moglie di Albert Einstein e anche la prima donna ad aver studiato Fisica al Politecnico di Zurigo. Perché? Si sente legata in un certo senso a questa figura?
“Sì, molto. Perché rappresenta una enorme metafora della nostra società. Se vogliamo il cambiamento dobbiamo studiare quella figura di donna. Sono andata anche a Zurigo a proporre la laurea postuma a Mileva, è importante che arrivi da lì, roccaforte del potere maschilista, insieme alla Germania, un segnale di cambiamento.”
La maggior parte dei suoi lavori si concentra sulla fisica quantistica, affrontando temi complessi, ma in “Ogni cosa è collegata” affronta l’argomento in modo diverso. Perché ha deciso di collegare la fisica all’amore?
“In “Ogni cosa è collegata” (ed. Mondadori, 2023) ho unito la fisica quantistica con l’amore, perché la storia di Wolfgang Pauli lo richiedeva. Lui è stato un fisico incredibile, vi consiglio di leggervi quel libro, rimarrete folgorati anche voi!
Nel prossimo romanzo, che esce tra poco sempre per Mondadori, affronto un altro fisico figo, Paul Dirac, e in questo caso parlo di fisica quantistica e sogni, grazie alla sua equazione più bella.”
“My mission is to inspire, elevate, and create impact: one story at a time.” Così cita il suo sito. Nelle materie STEM, governate sempre da uomini, ci sono state delle donne che hanno lasciato il segno. Gabriella Greison, scrivendo le sue storie, regala una nuova vita alle donne del passato e al tempo stesso crea un luogo dove le ragazze di oggi possano sentirsi finalmente rappresentate.
L'autrice / autore
Non ho talenti speciali, sono solo “appassionatamente curiosa”, direbbe Einstein se fosse al mio posto.
Tra le colline della maremma grossetana, ho sempre trovato un rifugio nei libri. Le emozioni degli autori attraversano le loro penne, mi sento più vicina a loro ed è così che ho imparato a conoscere veramente il mondo.