“La scuola non esiste: vi spiego perchè”

Fa clamore l’intervento del presidente della consulta degli studenti di Arezzo alla commemorazione della giornata della memoria nella seduta plenaria del parlamento degli studenti

di Giulio Volpe

È fine gennaio, ci troviamo nella sede del consiglio regionale toscano, istituzioni e rappresentanze studentesche sono riunite in plenaria tutte insieme per parlare ancora una volta dello stato del sistema scolastico italiano.

L’occasione ormai è prassi, eventi come questi si manifestano continuamente sul nostro territorio, ma, nonostante ciò, i ragazzi continuano a manifestare una mancanza di ascolto vero da parte di chi ha in mano gli strumenti per cambiare le cose.

Ha colpito l’intervento del presidente della consulta degli studenti di Arezzo, Lorenzo Rampi, che comincia così: “Da ottobre 2023 a ottobre 2024 ci sono stati 60 crolli nelle scuole del territorio nazionale. Cioè 60 crolli significa che per 60 volte un numero X di studenti è andato a scuola, ha varcato l’ingresso ed ha rischiato la morte”

Continua poi asserendo come il problema non sia solo strutturale ma anche relativo all’impostazione interna della scuola che dovrebbe essere la palestra di democrazia per eccellenza e che invece deficita fortemente di momenti dove gli studenti possono sviluppare uno spirito critico e un senso civico, come sottolinea Lorenzo. Infatti in alcune scuole non c’è neanche il consiglio d’istituto e gli studenti non votano nemmeno, tagliati completamente fuori dal processo decisionale, nonostante sia obbligatorio per legge.

Afferma poi che anche dove i consigli d’istituto sono presenti, la lotta per una democrazia effettiva è ben lontana dal giungere a una fine. Spiega: “Io raccolgo i  problemi della mia provincia, vado dall’ordine competente che mi risponde benissimo vedremo come fare, e la cosa finisce lì, non se ne sa più niente. Questa è la collaborazione che c’è tra la rappresentanza studentesca e gli organi dello stato”

Si riferisce alla difficoltà nel trasformare le richieste degli studenti in concrete misure risolutive. Spiega come gli organi di rappresentanza formalmente svolgano le loro funzioni ma senza un effettivo riscontro pratico. Parlano con le istituzioni che li rassicurano e poi fanno poco o niente. I problemi rimangono tali fino alla fine del mandato e all’elezione della nuova rappresentanza studentesca che combatterà le stesse battaglie con gli stessi risultati, cioè nulla fino alla fine del mandato, e così via. Il tutto facilitato dal fatto che i rappresentanti degli studenti generalmente in 2/3 anni passino all’università, creando un ciclo davvero molto corto. 

Si crea quindi una sorta di eterna tela di Penelope, tessuta di giorno alle plenarie e sfilata d’estate, durante il cambio di mandato, per ricominciare tutto da capo coi nuovi rappresentanti, assicurandosi che tutto in realtà rimanga immobile.

Ascolta l’intervento comletto

https://youtu.be/gWokQRK1NsI

L'autrice / autore

Cresciuto nelle campagne tra Arezzo e Siena, la mia vera passione è la parola, in tutte le sue infinite declinazioni, che cerco di usare per migliorare la realtà che mi circonda. Amo i videogiochi, il freestyle rap e soprattutto la politica, non quella dei partiti di oggi, ma quella utile, basata sulla ricerca del confronto e non dello sterile consenso.