Dress code a scuola: rispetto o costrizione?


di Mariachiara Arcolini

Parliamoci chiaro: ogni anno, appena rientriamo tra i banchi, spunta la solita circolare sul dress code. E anche stavolta, i presidi italiani non hanno deluso: look sobri, decorosi e “consoni” sono le parole d’ordine. Tradotto? Niente outfit da spiaggia o da palestra, e attenzione a non mostrare troppo. Siamo davvero liberi di indossare ciò che ci rappresenta e piace? La risposta è abbastanza semplice: no.


A Taormina, all’IISS Salvatore Pugliatti, hanno addirittura creato un dépliant con immagini per spiegare cosa si può indossare e cosa no. Un po’ come un catalogo di moda… scolastica. Promossi: t-shirt a girocollo o con scollo a V, polo, felpe, lupetti, camicie di flanella e persino il tuxedo (sì, avete letto bene). Bocciati invece top, canotte, reggiseni sportivi, shorts e minigonne. I pantaloni? Vanno bene quelli a zampa o skinny, anche le tute e i kilt sono ok. Ma attenzione: leggings, jeans strappati, tacchi alti, ciabatte, infradito, trasparenze e ombelichi in vista sono off-limits. Se li indossi, resti fuori.


Banditi tacchi alti e zeppe perché pericolosi e non garantiscono la sicurezza “in caso di evacuazione dell’edificio”, altrettanto pericolosi sono piercing all’ombelico o troppo esposti e unghie più lunghe di 0,3mm perché potrebbero causare “incidenti a scuola”: unghie lunghe e piercing? Ma davvero?


Quando si parla di regole sull’abbigliamento le scuole parlano di “scopi educativi e pedagogici”, e no, a quanto pare non è solo una frase fatta. Le circolari difendono questi divieti come un motivo per creare un ambiente educativo, promuovere l’uguaglianza sociale, garantire sicurezza e igiene, favorire il rispetto reciproco, insegnarci a seguire le regole, mantenere decoro e imparare a convivere civilmente. Ma siamo veramente sicuri che TUTTI a scuola seguono queste regole?


Insomma, la scuola non è una passerella, ma nemmeno un carcere. E mentre alcuni di noi si chiedono se queste regole siano davvero necessarie, altri si ingegnano per restare stilosi senza infrangere il regolamento. Perché sì, anche con una felpa e un paio di sneakers si può dire chi sei.

L'autrice / autore

Foto di Mariachiara Arcolini

Vivo la mia vita con il naso tra i libri e le riviste di moda. Grazie al Diavolo veste Prada ho trovato la mia dimensione: il giornalismo di moda; quello che solo a guardare una copertina di una rivista senti il suono di scatti fotografici, tacchi e profumo Chanel N°5