Sei femmina? Allora niente scuola

In molti Paesi del mondo alle femmine è il diritto all’istruzione non viene riconosciuto. Il caso del Pakistan

di Alessandro Aurigi e Ginevra Rossi

Si sente sempre più spesso affermare  che la scuola viene considerata come un posto noioso e affaticante, dove gli studenti non sono invogliati a partecipare alle lezioni. Ma dobbiamo ricordare che ci sono state molte ragazze che hanno combattuto (talvolta fino alla morte) per il diritto all’istruzione.

Malala Yousafzai è un’attivista pakistana nata a Mingora, nella valle dello Swat, il 12 luglio 1997. Figlia di Ziauddin, insegnante e attivista per i diritti umani, Malala inizia prestissimo a frequentare la scuola del padre e a mobilitarsi per i diritti delle donne soffocate dai divieti talebani. Lei è stata complice di divieti che ha ricevuto nei suoi confronti, poiché nel suo paese non poteva studiare. In seguito ha vinto molti premi, ma soprattutto, ha vinto il premio nobel  nel 2014 per la pace e per la sua lotta nel diritto all’istruzione. Lo possiamo sentire in una sua intervista che le è stata fatta durante la sua premiazione, dove lei ha detto che chiunque sia il presidente, deve lottare e rendere agevolato il diritto allo studio per le donne, e per tutti i ragazzi.

Ancora oggi nel mondo ci sono atti discriminatori nei confronti delle donne a cui vietano di studiare. E chi prova a combattere, viene spesso uccisa e la loro voce viene soppressa. In Pakistan soprattutto, dove ci sono ancora oggi ragazze della nostra età che lottano senza riuscire nell’impresa.

«In particolare nelle regioni rurali, i genitori continuano a tenere le figlie in casa come da tradizione e le fanno sposare precocemente. Eppure, l’istruzione femminile è la chiave per lo sviluppo sociale, politico ed economico di un paese. Le ragazze istruite si sposano più tardi, mettono al mondo meno figli, imparano a prevenire malattie come l’HIV e la malaria, i loro figli sono più sani, meglio nutriti e andranno più spesso a scuola. L’istruzione è una delle più efficaci vie per uscire dalla povertà e dalla sovrappopolazione »  come sostenuto dall’articolo 11 dell’Unicef. 

https://www.unicef.ch/it/il-nostro-operato/programmi/listruzione-femminile

Girano notizie molto cruente sulla loro possibilità di ricevere insegnamenti; si dice che le donne abbiano paura durante il tragitto di essere rapite per poi essere violentate da uomini che le riconoscono soltanto come oggetti, dove l’unico sentimento provato è il disprezzo verso di loro.

“Essere la prima della classe non ha nessuna importanza, se non puoi studiare affatto. Quando qualcuno ti toglie la penna di mano, allora sì che capisci davvero quanto sia importante l’istruzione.”(Malala Yousafzai)

BASTA LEGGERE QUESTI DATI

Come da dati del il sole24ore: se già prima dello scoppio della pandemia di coronavirus circa 132 milioni di ragazze non andavano a scuola, ora si stima che il numero di bambine escluse dall’istruzione sia cresciuto di undici milioni. Eppure, proprio l’istruzione delle ragazze è un buon investimento sotto molti punti di vista, incluso quello economico: si tratta di una delle più efficaci vie per uscire dalla povertà e dalla sovrappopolazione. Nel mondo, 132 milioni di ragazze non vanno a scuola: 34,3 milioni dovrebbero frequentare le elementari, 97,4 milioni le medie. Nei paesi di conflitto, le bambine hanno una probabilità doppia di interrompere le lezioni rispetto alle coetanee negli Stati politicamente stabili. Il 55 per cento dei bambini in età di scuola elementare che non frequentano le lezioni sono femmine. Dei circa 781 milioni di adulti analfabeti nel mondo, quasi due terzi sono donne; 

L'autrice / autore

Tra i muri della mia cameretta navigo tra le parole della mia penna e le corde della mia chitarra, sperando un giorno di condividere queste parole con il mondo. Amo leggere, suonare e condividere il mio modo di pensare.

Frequento il liceo linguistico Monna Agnese a Siena