Sempre più studenti chiedono di utilizzare questo servizio ma non tutte le scuole riescono a farlo funzionare. Voi cosa ne pensate?
di Livia Leila Sarti
Negli ultimi anni, il tema del benessere psicologico degli studenti è diventato sempre più rilevante. L’ansia da prestazione, le difficoltà relazionali con compagni e docenti, le pressioni familiari e il timore del futuro sono problematiche sempre più diffuse tra i giovani, soprattutto dopo i mesi passati in lockdown. La scuola, oltre a essere un luogo di apprendimento, è anche lo spazio in cui i ragazzi crescono e si formano come individui. Per questo motivo, è essenziale che l’istituzione scolastica offra strumenti di supporto adeguati per accompagnare gli studenti nel loro percorso di crescita.
Uno degli strumenti più importanti in questo contesto è lo sportello di ascolto psicologico scolastico, che rappresenta un punto di riferimento fondamentale per gli studenti che attraversano momenti di difficoltà. Tuttavia, accanto a questa figura, si sta facendo strada anche un’altra risorsa che potrebbe rivelarsi utile: la mediazione scolastica tra pari, un servizio che aiuterebbe a gestire e risolvere i conflitti all’interno della scuola.
Lo sportello di ascolto psicologico è uno spazio dedicato agli studenti che sentono il bisogno di parlare con una figura professionale per affrontare difficoltà personali, scolastiche o familiari. Non si tratta di un percorso terapeutico, ma di un primo livello di supporto che può essere decisivo per chi sta vivendo un momento di disagio.
Spesso, gli incontri con lo psicologo iniziano con motivazioni apparentemente semplici, come lo stress per i voti o le difficoltà nello studio, ma finiscono per toccare aspetti più profondi. Ansia, bassa autostima, difficoltà nelle relazioni con i genitori o con i compagni sono alcuni dei temi più ricorrenti. Il solo fatto di poter parlare con una persona competente e senza giudizi può fare la differenza per molti ragazzi, aiutandoli a sentirsi compresi e supportati.
Un aspetto importante è che in alcune scuole, come l’Istituto Giotto Ulivi di Borgo San Lorenzo, lo sportello non è aperto solo agli studenti, ma anche ai docenti, al personale scolastico e persino ai genitori. Questo dimostra quanto il benessere psicologico sia una questione che riguarda tutta la comunità scolastica e non solo i ragazzi.
Nonostante la sua importanza, il servizio di ascolto psicologico nelle scuole presenta ancora molte difficoltà. Il primo ostacolo è la mancanza di fondi: la figura dello psicologo scolastico non è regolata da un contratto statale, ma dipende dalle risorse economiche del singolo istituto. Questo significa che alcune scuole possono offrire un servizio continuativo, mentre altre devono limitarsi a poche ore settimanali, con liste d’attesa che rendono difficile l’accesso al supporto.
Un altro problema è il pregiudizio nei confronti della psicoterapia. Se tra i ragazzi delle scuole superiori c’è maggiore apertura, il vero scoglio resta tra i genitori, soprattutto nelle scuole medie, dove l’autorizzazione parentale è obbligatoria. Molti genitori vedono ancora lo psicologo come una figura da contattare solo in caso di problemi gravi, senza comprendere che il supporto psicologico può essere utile a tutti, non solo a chi ha disturbi specifici.
Anche il recente stanziamento di 136 milioni di euro per l’orientamento psicologico nelle scuole medie dimostra una maggiore attenzione al tema, ma presenta alcune limitazioni. Il finanziamento riguarda solo gli studenti di seconda media, escludendo quelli di terza, che sono proprio coloro che devono scegliere il percorso di studi per il futuro. Inoltre, le scuole superiori, dove l’ansia per la scelta dell’università o del mondo del lavoro è ancora più forte, non sono incluse in questo progetto.
Accanto allo sportello psicologico, un altro strumento che potrebbe essere utile nelle scuole è la mediazione scolastica, spesso Peer mediation, ovvero tra pari. A differenza dello psicologo, che si occupa del benessere emotivo degli studenti, il mediatore scolastico avrebbe il compito di aiutare nella gestione dei conflitti tra studenti. Questa figura potrebbe intervenire in casi di litigi tra compagni. A differenza dello psicologo, per diventare mediatore basta un corso di formazione specifico.
Se da un lato lo sportello di ascolto psicologico è essenziale per il supporto emotivo degli studenti, dall’altro la mediazione scolastica potrebbe essere uno strumento pratico per migliorare il clima scolastico e prevenire situazioni di disagio più gravi.
L’introduzione e il potenziamento dello sportello di ascolto psicologico dovrebbero diventare una priorità per tutte le scuole, garantendo un accesso più equo agli studenti e superando le difficoltà attuali legate alla mancanza di fondi e al pregiudizio.
Per rendere davvero efficace il supporto psicologico nelle scuole, sarebbero necessari alcuni interventi:
Finanziamenti statali stabili, che permettano a ogni istituto di avere uno psicologo con un numero adeguato di ore disponibili.
Sensibilizzazione delle famiglie, affinché lo psicologo scolastico venga visto come una risorsa e non come un segnale di debolezza o di problemi gravi.
Estensione del supporto psicologico per l’orientamento scolastico, includendo anche le scuole superiori, dove l’ansia per il futuro è molto forte.
Integrazione con la mediazione scolastica, per migliorare la gestione dei conflitti e favorire un clima sereno e collaborativo all’interno delle scuole.
La scuola non è solo un luogo di istruzione, ma anche di crescita personale. Offrire agli studenti un supporto psicologico adeguato e strumenti di gestione delle relazioni significa investire nel loro futuro, aiutandoli a diventare adulti più consapevoli e sicuri di sé.