di Lavinia Mocanu
“Servirebbe un Air Force One restauro composta da artigiani”. Inizia così la
31esima edizione Artigianato e Palazzo nel Giardino Corsini, una mostra dove i
visitatori riscoprono il mondo dell’artigianato, fatto di mani a lavoro ed emozioni.
Grazie a Neri Torrigiani e Sabina Corsini gli artigiani hanno la possibilità di lavorare
e di interagire con i visitatori, mostrando la propria arte e anche se stessi.
Quest’anno però tra gli artigiani ci sono altre due figure che contribuiscono rendere
Artigianato e Palazzo una mostra memorabile: un interior designer e un artista. Il
primo è Cosimo Bonciani, che ha dato vita a “Macro”, dove 10 opere artigianali
cambiano dimensione e di conseguenza cambiano anche funzione, uscendo dalla
confort zone del dettaglio per scombussolare la tradizione innovandola. Il secondo
invece è Edoardo Piermattei, che ci ha regalato una vera e propria “Delizia” per gli
occhi: un opera fatta cemento pigmentato usando la sac a poche, andando ad unire
architettura, pasticceria e potere, proprio come aveva fatto molto tempo prima il
Buontalenti, uno degli architetti di Giardino Corsini. Per rafforzare il rapporto tra
pasticceria e architettura, Piermattei ha portato anche una torta che riprende lo stile
della sua opera esposta. Molti appena pensano all’artigianato non pensano
certamente ai giovani, ma la “Next Generation” di quest’anno ha sorpreso tutti con i
suoi artigiani under 30, che hanno un premio tutto per loro: “Eccellenza Italiana”,
vinto da Leonardo Cappellini di “Leowoodart”. Lui, rispettando la natura e
dialogando con essa, ha imparato da solo a lavorare il legno, andando ad usare
solo quello proveniente da abbattimenti naturali e potature. I suoi compagni di
esposizione non sono da meno, infatti uno fa calzature e l’altro lavora la scagliola.
Bernardo, di “bernardobespokeshoes”, realizza scarpe uniche che hanno una
propria storia, poiché queste, quando le indossiamo, rappresentano il nostro stato
d’animo; mentre Leonardo Bianchi di “Bianco Bianchi” è un maestro della scagliola
di terza generazione, che usa una tecnica di lavorazione del Seicento e pigmenti
naturali per realizzare decorazioni meravigliose. Oltre a loro ci sono Filippo e
Giacomo di “Zanini”, che realizzano profumi naturali nati da sensazioni, esperienze
e dalla cura e passione per i fiori. Ultimo, ma non per importanza, nella sezione
“Next Generation” c’è Simone di “Ozio”, tessitore e tintore appassionato che usa
solo fibre naturali come lana e cashmere per accessori di moda e design
morbidissimi. Nelle scuderie vicino ai giovani entriamo in un mondo dedicato al cibo
grazie alla collaborazione con Mercato Centrale, dove possiamo scoprire molte
curiosità. Un esempio? I famosi brigidini, nati da un errore; infatti suor Brigida
doveva preparare le ostie, solo che alla fine le uscirono degli ottimi biscotti a causa
di un errore nell’impasto. Uscendo dal palazzo potremmo poi incontrare la
simpaticissima Martina di “intreccivegetali”, che ha imparato le tecniche di intreccio
per realizzare cesti e molto altro in Francia, seguita da un maestro per ben 15 mesi.
Uscendo nel giardino, vediamo in tutta la sua maestosità la parte dedicata a
Bvlgari, che durante la mostra ha realizzato borse in pelle a forma di cuore con dei
manici a forma di serpente, ottenuti dalla tecnica della fusione a cera persa, usata
sia nella scultura sia da un’altra espositrice, l’orefice Marina, che realizza gioielli
con un approccio libero e giocoso. Facendo quasi un salto nel passato, riscopriamo
un tipo di decorazione che apparteneva alle chiese e alle case romane: il mosaico,
dove tessere di vetro, smalto o marmo vengono messe insieme per creare un
opera d’arte, come fa Guglielmo, che rappresenta principalmente scene
mitologiche. Proprio accanto a lui c’è Sofia, membro di PICEO Impresa d’arte
dell’Associazione Trisomia 21, che si occupa di introdurre giovani e adulti con la
sindrome di Down nel mondo del lavoro. Uno scopo simile ce l’ha Laboratorio
Cartiera, che si occupa di moda etica impiegando e sostenendo persone con un
passato migratorio e persone con disabilità, dando contratti a tempo indeterminato
e permessi lunghi per andare nel proprio Paese d’origine. Infine abbiamo l’artigiana
francese Juliana che lavora la carta crespa con l’idea di rendere l’effimerità dei fiori
eterna. Tutti loro sono accomunati dalla passione per il proprio lavoro e dalla
pazienza che ci vuole per realizzare quelle che sono opere d’arte. Passando alla
parte più burocratica e politica, Eugenio Giani afferma che l’artigianato è parte del
DNA toscano, per Sara Funaro l’artigianato fa parte della storia di Firenze e del suo
sviluppo e Dario Nardella sostiene che serve investire nei centri di formazione e
nelle scuole per avvicinare i giovani all’artigianato. Anche Neri Torrigiani, co-
fondatore di Artigianato e Palazzo, afferma che servono delle leggi per far
proseguire e per far imparare il lavoro dell’artigiano. Insomma l’artigianato è una
tradizione secolare tramandata di generazione in generazione che ha una propria
essenza, un’anima e un cuore pulsante che va tutelato e sostenuto.
L'autrice / autore
Fiorentina d’adozione, sono appassionata di storia, arte, letteratura e psicologia e adoro i film e le serie tv. Spesso penso troppo e occasionalmente dò consigli di vita. Leggo per imparare, scrivo per informare.