Cos’è l’antifascismo per un giovane

Non è facile per un ragazzo nato nel Duemila capire cosa si porta dietro una definizione tanto usata che affonda le radici nel Novecento

antifascismo (secondo il vocabolario Treccani)

s. m. [comp. di anti-1 e fascismo]. – Atteggiamento di opposizione politica, culturale o militante al fascismo, sia come ideologia sia come regime: l’a. dei fuoriusciti, dei gruppi clandestini. In senso storico, reazione morale e politica di partiti e gruppi alla dottrina e alla prassi del fascismo al potere. Anche, l’insieme degli oppositori politici al fascismo.

Quando ci siamo approcciati a scrivere questo articolo, ci siamo mossi come sempre: Scaletta, raccolta delle fonti per chiarire le ultime cose e infine scrittura. Ma questa volta ci siamo bloccati davanti alla parola stessa di antifascismo, che è composta da “anti” e da “fascismo”. La parola che non ci tornava ovviamente è “fascismo” perché ci siamo chiesti che cos’è il fascismo oggi? Domanda fondamentale per capire che cosa è l’antifascismo oggi.

Studiando storia la maggior parte di noi ragazzi vede il fascismo come una semplice nozione da imparare a memoria, che dimenticheremo subito dopo. 

“Mussolini con la marcia su Roma del 1922 compiuta il 28-30 ottobre inizia la dittatura fascista che dura fino alla fine della seconda guerra mondiale.”

Ma solo questo è il fascismo? 

Nell’ultimo periodo ci siamo trovati davanti a moltissimi esemplari momenti di “fascismo”. Per esempio la commemorazione dei morti di via Acca Larentia il 7 gennaio 2024, dove moltissime persone hanno fatto il saluto romano. Oppure l’assalto alla CGIL da parte di Forza Nuova avvenuto a ottobre 2021. I nuovi fascisti non sono più i vecchi fascisti, questo è sicuro. Ma allora perché li chiamiamo ancora fascisti? Effettivamente il problema sul termine fascista oggi è complicato, perché possiamo cadere nel rischio di chiamare “fascista” ogni tipo di atteggiamento che si discosta da un pensiero di sinistra o da quello che noi non consideriamo politicamente corretto. Ma così creiamo un enorme calderone, che non rispecchia la vera realtà dei fatti. 

Per aiutarci in questa faccenda dobbiamo fare come una sorta di percorso a insiemi per analizzare meglio il termine “fascismo”. Il fascismo in primo luogo è quello storico, quindi quello di Mussolini e del PNF (Partito Nazionale Fascista). Questo uso del termine è di tipo storiografico e serve a identificare quella fase che l’Italia passò tra il 1922 e il 1945, ossia un totalitarismo. I valori cardine di questo tipo di fascismo sono quelli che proponeva direttamente il Duce, come per esempio il militarismo, il nazionalismo, l’idea che esista una razza superiore, l’imperialismo, l’uso della forza come forma di prevaricazione eccetera.

Il secondo insieme invece è legato a degli atteggiamenti che chiamiamo fascisti, ma che non sono propriamente e solamente dei fascisti. Per esempio prendiamo la famiglia naturale. Questo tema è un principio anche del cattolicesimo eppure nessuno si sognerebbe mai di chiamare fascista un cattolico. 

Infine l’ultimo insieme sono gli atteggiamenti che richiamano il fascismo. Su questo argomento ci si deve soffermare un po’ perché è molto complesso. In primo luogo non è fascista ogni cosa che è esposta da un partito di destra e allo stesso tempo non lo è quella persona che non sa ne leggere ne scrivere e che si professa fascista. Il fascismo in questa società è più velato. Si nasconde e cerca il consenso di chi è disperato, di chi non vede una luce in fondo al tunnel in un periodo di crisi. Infatti anche Mussolini prese il potere quando l’Italia era in un momento di crisi. Spesso però si rivela e risalta fuori con atti di estrema violenza, facendo uscire fuori la sua natura autoritaria. Infatti sicuramente non è democratico picchiare una folla pacifica di ragazzi manifestanti per la Palestina. Come non è democratico bloccare un intervento di un ospite in televisione solo perché parla di temi che non sono quelli che vuole il governo. Chi nega la libertà, sia di sinistra sia di destra, diventa fascista.

Abbiamo definito cosa è il fascismo ora bisogna definire cosa è l’antifascismo. Il metodo è sempre il solito, quindi lavoreremo a insiemi. Innanzitutto dobbiamo definire l’antifascismo storico, quello della seconda guerra mondiale e che si è opposto al fascismo. Matteotti è il precursore dell’antifascismo, infatti ispirerà quel movimento che tuttora rappresenta un modello di libertà incarnato dai partigiani, persone di diverse ideologie politiche che si sono organizzate per liberare l’Italia dai nazifascisti. 

Poi c’è l’antifascismo su cui si basa la costituzione e quindi la nostra repubblica. Infatti il 12esimo articolo della costituzione recita “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. L’Italia mostra al mondo che il paese condanna il suo passato e si erge come uno stato basato sulla libertà e sulla democrazia, cose che il fascismo negava in modo assoluto. Non solo durante la creazione della costituzione ma anche dopo si ribadisce il ripudio del fascismo da parte dello stato. Infatti nel 1952 viene approvata la Legge Scelba che stabilisce che cosa vuol dire inneggiare al fascismo, e allo stesso tempo stabilisce il reato di “apologia di fascismo”. La legge infatti recita così : “si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politico o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principii, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.

Infine esiste quel tipo di antifascismo moderno, che si richiama delle volte solo per convenzione e per uso, non perché effettivamente ci si credi davvero. L’antifascismo oggi dovrebbe essere un valore non solo dei partiti di sinistra ma anche di quelli di destra, perché ,come detto prima, l’Italia è un paese antifascista. Ciò però non è sempre scontato perché ancora esiste chi si tiene i busti del duce in casa e inneggia spesso al fascismo. 

Per me antifascismo e fascismo sono questo

Ma noi ragazzi quindi come facciamo a orientarci? E soprattutto quale significato ha per noi la parola antifascismo? Ne sentiamo sempre parlare dai giornali e dai politici come se fosse una formula magica o un giuramento privo di valore. E per questo motivo la parola in sé sta perdendo sempre più velocemente valore tra le generazioni più giovani. Rivoluzionando il termine, l’antifascismo deve diventare sinonimo di libertà per noi ragazzi. Antifascismo deve voler dire libertà di espressione e di manifestazione sui temi che noi vogliamo che siano al centro. Antifascismo deve voler dire inclusione e apertura, perchè si crei una società sempre più variegata. E la lotta antifascista di conseguenza deve essere indirizzata contro chi limita le nostre idee, contro quelli che si oppongono a noi con la forza, contro chi pensa che siamo troppo giovani per poter dire che ci siamo. Si perché quelli sono i nuovi “fascisti”. 

Noi non ci faremo fermare da questo, perché – come dice una canzone di Daniele Silvestri- noi cantiamo anche a bocca chiusa.

L'autrice / autore

In quel di Prato passo la mia vita tra libri, videogiochi e film. Da poco ho trovato la mia passione, il giornalismo. Non quello di bassa qualità, basato sulla popolarità e lo scandalo, ma quello che ha cambiato il mondo e ha portato alla libertà.