In esclusiva un sondaggio di Generazione News fra gli studenti toscani: aspirazioni, delusioni, le cose da cambiare e le cose positive del nostro sistema scolastico.
Uno degli obbiettivi principali di Generazione News è quello di documentare i problemi del sistema scolastico Italiano per comprenderli e capire come migliorarli. Basterebbe guardare i dati relativi alla dispersione scolastica o all’analfabetismo funzionale in Italia per capire che non stiamo riuscendo del tutto a fornire la giusta educazione ai ragazzi. Ma siamo voluti andare più a fondo, e abbiamo chiesto direttamente a chi, più di tutti, soffre delle mancanze del nostro sistema scolastico: gli studenti. Così abbiamo rivolto alcune domande a 800 ragazzi provenienti da tutta la Toscana per capire quali sono i problemi che più di tutti rendono difficile l’apprendimento e, soprattutto, cosa invece vorrebbero fosse fatto per migliorare la situazione:
Siamo partiti con una domanda che non si fa spesso, nonostante sia molto importante: cosa ti aspetti dalla scuola?
Abbiamo poi questo se queste aspettative fossero state soddisfatte:
Esattamente 2/3 dei ragazzi hanno risposto no, evidenziando un malcontento generale che conferma le sensazioni derivanti dai dati e dal confronto coi nostri studenti giornalisti
Ma quali sono i problemi che rendono così difficile soddisfare queste aspettative?
I risultati mostrano una situazione complessa, dove metà dei ragazzi riportano la presenza di un clima di stress e ansia che rende difficoltoso seguire le lezioni. Inoltre i programmi sono giudicati come poco pertinenti ad affrontare la vita futura.
Abbiamo chiesto allora quali sono nello specifico i cambiamenti che apporterebbero al sistema scolastico
Il dato più allarmante è sicuramente relativo all’attenzione verso la salute mentale dei ragazzi, evidenziando un grosso problema in cui si deve intervenire urgentemente con misure come l’aumento della fruibilità dello psicologo scolastico.
Per approfondire meglio abbiamo chiesto ai ragazzi se a scuola c’è qualcuno con cui possono parlare dei loro problemi
Le risposte sono praticamente divise a metà. Pochissimi di coloro che hanno risposto sì, quando gli abbiamo chiesto chi fosse la persona con cui potessero parlare, hanno risposto lo psicologo. Quasi la totalità di questi ragazzi ha riferito di poterlo fare solo col proprio compagno di banco o con una o 2 prof con cui si trovano più in confidenza.
Siamo andati allora a chiedere quali siano i principali disagi che gli studenti stessero vivendo
I risultati mostrano una forte paura per il futuro e soprattutto la difficoltà nel procurarsi stimoli per crescere, unito alle problematiche nel comunicare con gli adulti. Da non sottovalutare poi il fatto che uno studente su 3 afferma di soffrire di apatia.
In conclusione, per completare il quadro sull’utilità del sistema scolastico agli occhi dei suoi studenti, abbiamo chiesto quanti di loro sono d’accordo con l’affermazione che la scuola dovrebbe “passare competenze, come la capacità di comprendere ciò che ci succede attorno, attraverso lezioni interattive e non limitandosi solo a nozioni da imparare a memoria con approccio frontale dove si ascolta in silenzio.”
Il risultato è stato molto chiaro
Infine, quando gli abbiamo chiesto se questo principio fosse applicato nella loro scuola, i numeri hanno confermato i dati precedenti.
In sintesi: parlando direttamente con gli studenti si entra in contatto con una forte voglia di essere compresi e di trovare il proprio posto nel mondo, con una grossa paura per il futuro e con un disagio generale diffuso.
Stress e ansia sono estremamente diffusi e c’è la percezione di non riuscire a capire il mondo e tantomeno a capire se stessi.
A quanto emerge da questo mare di storie, idee e valori sembra giunto il momento che la scuola non si limiti a passare solo nozioni, ma che fornisca gli strumenti per la comprensione del mondo e la capacità di compiere una scelta consapevole.
Solo così sarà possibile restituire all’educazione la sua funzione di motore dell’evoluzione del presente, perché se a scuola non si va con piacere non è per la natura in sé del percorso di crescita ma per le patologie del nostro sistema scolastico.