Con la scomparsa di Giorgio Armani il mondo perde uno dei più grandi capisaldi della moda italiana. Simbolo di eleganza e stile, ha rivoluzionato il guardaroba maschile e femminile a partire dagli anni Settanta con l’introduzione della giacca destrutturata, caratterizzata da una linea più morbida, fluida e moderna. Questo cambiamento ha permesso agli uomini di liberarsi dalla rigidità dei codici tradizionali, mentre ha infuso forza e grazia nelle donne. Con questo nuovo approccio alla moda, è stata promossa una visione della vita che punta all’essenziale, mantenendo sempre grinta e determinazione. La sua estetica, fondata sul principio del “less is more”, ha influenzato generazioni di designer e ha trasformato il modo in cui il mondo guarda alla moda. Il suo nome non è solo un marchio: è un linguaggio, una filosofia, un modo di vivere. Con la sua morte si chiude un capitolo fondamentale della cultura visiva contemporanea, ma il suo impatto continuerà a vivere nei tessuti, nelle forme e nei valori che ha saputo imprimere nel tempo.
Per onorare la sua memoria ecco 4 curiosità che (forse) non sapevi su Re Giorgio:
- Nel dopoguerra, Giorgio Armani si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Milano, ma dopo due anni capì che corsie d’ospedale e anatomia non erano la sua strada. L’estetica lo affascinava più della clinica, e così abbandonò gli studi per cercare nuovi stimoli.
Li trovò alla Rinascente di Milano, icona della modernità degli anni Cinquanta, dove iniziò come vetrinista. Questo primo contatto con il mondo della moda fu decisivo, ma il salto avvenne con l’ingresso nell’ufficio stile di Nino Cerruti, che lo riconobbe come talento emergente. Fu in quegli anni che Armani sviluppò la sua celebre ossessione per la giacca maschile, destinata a diventare il simbolo di una rivoluzione stilistica: destrutturata, fluida, libera dalle rigidità del passato.
- Nel 1980 con American Gigolò Armani vestì Richard Gere, il protagonista, rendendolo un sex symbol accompagnando i muscoli con completi leggeri, pantaloni attillati nei punti opportuni, giacche morbide e camicie di seta. Lo stilista firmò oltre 250 pellicole in cui compaiono i suoi abiti.
- Nel 1998 la celebre divisa dell’arma dei carabinieri viene ridisegnata da Giorgio, l’obiettivo era quello di unire la tradizione dell’Arma con un design più moderno, introducendo linee più sobrie e tessuti innovativi. La divisa di Armani ha segnato un passaggio dall’uso del colore khaki, impiegato fino al 1987, all’iconico colore nero, che è ancora utilizzato oggi.
- Non solo passerelle e negozi il marchio Giorgio Armani arriva anche nel mondo dello sport, nel 2008, Giorgio Armani acquistò il club di basket Olimpia Milano, conosciuto oggi come EA7 Emporio Armani Milano. Dal 2012 le divise della nazionale italiana in varie edizioni delle Olimpiadi, compresa Milano-Cortina 2026, vengono affidate alle sue mani esperte.
L'autrice / autore
Vivo la mia vita con il naso tra i libri e le riviste di moda. Grazie al Diavolo veste Prada ho trovato la mia dimensione: il giornalismo di moda; quello che solo a guardare una copertina di una rivista senti il suono di scatti fotografici, tacchi e profumo Chanel N°5


