TUTTO IL MONDO È GAZA

commento di Caterina Cammarata

Sono ormai quasi due anni che assistiamo a ciò che succede a Gaza.

C’è chi l’ha definito eccidio, genocidio, massacro … ma di sicuro non è più solo una guerra. Non sono più solo bombe o solo confini, ma sono idee, volti, coscienze, sono sentimenti e vite spezzate.

E poi è silenzio. / E poi … silenzio.

È il silenzio di una vita spezzata, di un cuore che non batte, di un bambino che non piange, di un respiro che si ferma.

Delle grida spente nei mercati, delle spiegazioni dei maestri a scuola, delle risate per le strade, dei lamenti dei malati negli ospedali, nelle sentenze nei tribunali… adesso, di tutto questo, non c’è più niente.

Esiste ancora Gaza?

Esiste ancora il popolo palestinese dietro quei muri di carta? Esiste ancora il mondo, di là dal mare, di là dalla terra, di là dalla paura e dall’ipocrisia? Esistono ancora la fede, il coraggio, la verità? In un mondo in cui nemmeno il papa, l’ultimo difensore dei deboli, nell’Angelus del 31 agosto cita le sofferenze di questa striscia di terra; in cui Trump, il presidente dello stato più importante del mondo, definisce Nethanyau un eroe, cosa rimane di quel senso di fratellanza e giustizia che ha fatto progredire l’uomo?

Cosa ci rimane tra le mani?

Un telefono, e l’invito del dottor Ezzideen a spegnerlo ogni sera, per una settimana, dalle 21:00 alle 21:30.

Adesso che persino Internet, l’ultimo ponte con il mondo, è stato spezzato, il dott. Ezzedeen ci invita a interrompere gli algoritmi di visibilità, interrompere il traffico in tempo reale e inviare un segnale tecnico ai server in merito ai comportamenti anomali; a scuotere l’umanità, quindi, a mantenere il silenzio digitale, in un mondo iperconnesso, per imitare il silenzio che ora popola le case di Gaza, il silenzio imposto che impedisce ad ogni grammo di sofferenza di uscire.

Dunque, dobbiamo avere simud, tutti. Simud è una parola araba che indica la capacità di resistere, e la Global Simud Flotilla, composta da volontari provenienti da 80 Paesi in tutto il mondo, parte fra la fine di agosto e l’inizio di settembre per restituire a Gaza un po’ del rumore che le è stato rubato. Le imbarcazioni, tantissime, che portano gli attivisti pacifisti, partono dal 31 agosto (da Barcellona) al 4 settembre (da Tunisi) 2025, la flottiglia della prima organizzazione internazionale con un nome arabo, anzi palestinese.

Contribuiamo anche noi, nel nostro piccolo.

Uniamoci al dolore di questi piccoli grandi guerrieri, e resistiamo.

Mezz’ora, ogni sera, di silenzio per Gaza.

L'autrice / autore

Il cielo. Il mare. In mezzo, un lembo di terra. Circoscritto. Inscritto nel mondo. Qui vivo io, all’isola d’Elba, in un paesino in cui le case variopinte si fondono col mare creando un’ unica meraviglia e in cui, se si presta attenzione, si può sentire il respiro dei pini. In questo posto un po’ magico ho imparato ad amare: la lettura, il teatro, l’Uomo, la scrittura. Un giorno mi sono detta: perché non scrivere qualcosa di importante, di importante per gli altri? Perché non scrivere qualcosa che possa cambiare il mondo?