Fin da piccola ho sempre voluto fare la scrittrice, aprire il mio mondo ad altre persone e farle sognare per scappare da una realtà troppo dura da affrontare. Solo che ogni volta mi trovavo davanti a progetti che iniziavo e non portavo mai a termine, così piano piano mi sono sempre più allontanata da questo sogno credendo che non facesse per me.
L’anno scorso mio padre una sera mi disse: “Matilde, sono venuto a sapere di un progetto bellissimo che secondo me farebbe proprio al caso tuo.” Era YET (Young Etruria Times), un giornale con sede ad Arezzo partito l’anno prima nel quale dopo una serie di corsi potevi effettivamente scrivere nel giornale insieme ad altri studenti. Inizialmente non ero solo scettica, non lo volevo proprio fare, da una parte perché credevo non facesse per me e dall’altra pura paura di fallire e di non essere all’altezza. I miei genitori però mi spinsero così tanto che alla fine accettai anche solo per farli contenti. Iniziai questo percorso e più andavo avanti più conoscevo persone stupende con cui non parlavo solo di cose semplici di tutti i giorni ma con cui mi potevo confrontare, avere degli scontri, e imparare quanto non avevo mai fatto.
Mi sono accorta di quante menti brillanti ci fossero nella città in cui mi ero sempre sentita fuori posto e non capita. Ho scoperto che c’erano persone che stavano lottando per tutte quelle cause di cui parlavo da una vita ma che non sapevo come affrontare. Per la prima volta non volevo mollare, desideravo dimostrare il mio valore ed esprimere me stessa a 360 gradi.
Ho imparato ad ascoltare e accettare le idee degli altri, ma anche a dare consigli e non avere paura a dire quello che penso perché trovare qualcuno che ti dice che stai sbagliando è il regalo migliore che ti può capitare. Ho imparato che se metti il 100% in qualcosa poi i frutti arrivano. Ho imparato anche a persistere e a prendere rischi. Ho imparato a lavorare in un team e a prendermi le mie responsabilità. Sono cresciuta.
Mi sono ritrovata immersa in questa iniziativa fino al collo quando inizialmente non ci volevo mettere nemmeno un dito. Non è mai stato un peso, perché mi sentivo parte di un gruppo che per quanto piccolo mi poteva aiutare dove io in quel momento non riuscivo ad arrivare.
Proprio mentre mi stavo abituando a quella piccola realtà Giulio Volpe in uno dei nostri incontri annunciò che insieme a Sole e a tante altre persone dopo due anni di progettazione erano riusciti a creare “Il giornale giovanile ufficiale di tutta la Toscana”, che da poco ha preso il nome di Generazione News. Come potevo rifiutare di partecipare? Così mi sono buttata a capofitto anche in questo nuovo percorso. La bambina che fino a pochi mesi prima non riusciva a concludere nemmeno un testo era stata chiamata a scrivere per un vero giornale la sua opinione insieme ad altre 150 persone che avevano il suo stesso sogno. Mi sono sentita parte di qualcosa come mai prima di quel momento.
Il Generazione News è un giornale nel quale collaborano ragazzi da tutta la toscana per informare tutte quelle persone che nessuno rende partecipi. Aiuta tutti quei giovani che non si sentono ascoltati e capiti ad accorgersi che ci sono altri milioni di persone nella stessa situazione. A comprendere che anche se siamo giovani la nostra opinione conta e dobbiamo esprimerla a gran voce. Significa esprimere le proprie idee e cambiare qualcosa in questa società a cui tutti ci adattiamo per paura di metterci in gioco davvero. Porge una mano a tutti quelli che si sentono soli. Questo è quello che io vedo in questa iniziativa piena di persone che stimo moltissimo e sono fiera di conoscere. La nostra redazione è sempre pronta ad ascoltare nuove storie e idee, collaborare con tutti coloro che vogliono mettersi in gioco e magari strappare anche qualche sorriso, perciò, spero vivamente che TUTTI gli studenti, lavoratori, universitari, genitori, nonni e pure zii possano tuffarsi in questa realtà e nuotarci dentro come ho fatto io.