La riforma del premierato spiegata in poche parole

Il Premierato cambierà la stabilità politica? 

Una riforma aspettata da molti elettori del centro destra che sarà discussa a breve in Senato.

Riforma molto criticata da alcuni e molto elogiata da altri.

Quali cambiamenti porterà? 

Se promossa, questa riforma cambierà 3 articoli della nostra Costituzione: l’art. 92 che riguarda la modalità in cui il Primo Ministro viene nominato, l’art. 88 che decreta il potere che esercita il Presidente della Repubblica sullo scioglimento delle Camere e infine l’art. 94 che si occupa della mozione di fiducia e di sfiducia al Governo. 

Cosa accadrà.

Il primo cambiamento, uno dei più significativi, è la nomina diretta del Primo Ministro. 

Saranno gli elettori a eleggere direttamente il Premier.

Cambierà anche il sistema elettorale diventando di tipo maggioritario. 

La coalizione vincitrice avrà un premio di maggioranza assegnato su base nazionale che dovrà assicurare il 55% dei seggi ai candidati dei partiti all’interno della coalizione; nel caso in cui non venisse superata la soglia minima, si procederà al ballottaggio. 

Un altro cambiamento consiste nel limitare i poteri del Capo dello Stato. 

In caso di sfiducia al Governo, il Presidente della Repubblica potrà nominare un altro Premier che dovrà essere scelto tra i parlamentari all’interno della coalizione di Governo. 

Nel caso in cui anche il secondo Premier non dovesse ottenere la fiducia, il Presidente della Repubblica potrà procedere allo scioglimento delle Camere.

Le Camere potranno anche essere sciolte anticipatamente dal secondo Premier in caso di sue dimissioni.

Un’altra limitazione ai poteri del Capo di Stato sarà bloccare la nomina di nuovi senatori a vita. 

Rimarranno in carica solo quelli nominati prima dell’attuazione della Riforma e gli ex Presidenti della Repubblica. 

I Pro e Contro

I favorevoli a questa riforma dichiarano che grazie a questa revisione non ci saranno più governi tecnici al di fuori della maggioranza di Governo, come detto prima, il Presidente della Repubblica potrà scegliere solo un Parlamentare appartenente alla maggioranza, rispettando così la decisione degli elettori.

Quello che preoccupa chi combatte  l’attuazione di questa riforma è che se approvata porterà  il Presidente del Consiglio ad avere più poteri del Presidente della Repubblica, e portare instabilità, visto che il Capo dello Stato non potrà intervenire nello scioglimento delle camere e ad opporsi per la  nomina di un ministro. Un altro timore è la perdita della pluralità politica e la rappresentanza delle minoranze, visto che il Presidente della Repubblica in caso di sfiducia al Governo potrà nominare come nuovo Premier solo un Parlamentare all’interno della maggioranza.

Il Governo ora in carica è determinato a far approvare questa riforma Costituzionale che dovrà essere accolta da entrambe le Camere.

L'autrice / autore

Mi chiamo Francesco Peccianti Venturini  e sono nato il 27 dicembre del 2007 a Milano.Frequento l’ istituto tecnico agrario a Cecina e faccio il terzo anno.