Nostro sondaggio esclusivo fra gli studenti toscani sulla proposta di riforma annunciata dal ministro Valditara: ritorno del latino alle medie, Bibbia obbligatoria, programma di Storia focalizzata sull’Italia (e comunque sull’Occidente). Ecco i risultati
di Giulio Volpe
Attraverso recenti dichiarazioni il ministro all’Istruzione e al merito Valditara ha presentato in anteprima una proposta di riforma del sistema scolastico che ha fatto molto discutere.
In particolare, le nuove indicazioni nazionali, cioè i nuovi programmi che dovrebbero entrare in vigore nell’anno scolastico 2026/27, hanno creato dibattiti molto accesi sia fra i docenti che fra gli alunni su 3 punti centrali: il ritorno dello studio del latino alle medie, seppur facoltativo, una drastica diminuzione degli eventi che non riguardano l’occidente e l’Italia all’interno dei programmi di storia, e infine lo studio della Bibbia, non solo valoriale, ma anche mnemonico, attraverso un percorso obbligatorio per tutti.
Tuttavia il ministro ha fatto queste dichiarazioni senza accompagnarle con un documento concreto e ufficiale che spieghi nello specifico i cambiamenti; quindi, i dubbi rimangono e l’incertezza, come spesso accade, regna sovrana sul nostro sistema scolastico.
Ma proprio perché la proposta non è ancora una legge ufficiale, noi ragazzi delle scuole superiori abbiamo pensato di esprimerci, in modo che il ministro possa prendere in considerazione le nostre richieste e produrre una legge in linea con le reali esigenze di chi vive la scuola tutti i giorni.
In particolare abbiamo fatto circolare un sondaggio, a cui hanno risposto più di 1700 studenti toscani delle scuole superiori, i cui risultati parlano chiaro:
Su 10 ragazzi, meno di 3 ragazzi intervistati pensano che sia utile e prioritario inserire il latino alle scuole medie (Il 28,4% )

Scende ancora la percentuale di consensi relativamente alla revisione dei programmi di storia per incentrarli solo sulla storia occidentale, perché il 76,9% dei ragazzi si è detto fortemente contrario a questa scelta, vissuta come ideologica ed etnocentrica.

Ma la bocciatura più pesante gli studenti la danno allo studio della Bibbia obbligatorio per tutti: sono ben l’88,7% i ragazzi che reputano questo possibile cambiamento negativo (sarebbero invece favorevoli alo studio dell’insieme delle religioni presenti nel mondo)

Non ci siamo voluti limitare però a dire cosa non va e abbiamo chiesto agli studenti che cosa avrebbero aggiunto loro se fossero stati al posto di Valditara. Le proposte fatte risultano interessanti:
In particolare il 70% dei ragazzi vorrebbe che fosse implementata maggiormente l’educazione civica, che ad oggi viene svolta quasi nella totalità dei casi in maniera estremamente sbrigativa.
Il 79,7% ha espresso poi la richiesta di estendere i programmi di storia dopo la Seconda guerra mondiale per arrivare ai giorni nostri e studiare gli eventi significativi più vicini a noi, dimostrando una forte esigenza di capire il mondo in cui ci troviamo.

La richiesta che ha unito quasi tutti gli studenti intervistati è stata quella di aver uno sportello psicologo garantito, che ad oggi, ci spiegano gli studenti, non riesce a soddisfare l’alta richiesta generale. Infatti questo cambiamento è stato richiesto dal 92,8% degli studenti.

Sono venute fuori poi spontaneamente da un’ampia fetta degli studenti intervistati 2 richieste molto specifiche, cioè quella di un’educazione affettiva e quella di un’educazione finanziaria, che spieghi per esempio come si pagano le tasse o la gestione economica di una casa, evidenziando l’esigenza dei ragazzi di essere preparati anche a queste dinamiche difficili da comprendere.
In conclusione, il ministro per legge dovrebbe vivere un confronto continuo con i rappresentanti degli studenti per fare in modo che le sue riforme siano espressione delle reali esigenze dei ragazzi. Siamo in tempo per farlo.
L'autrice / autore
Cresciuto nelle campagne tra Arezzo e Siena, la mia vera passione è la parola, in tutte le sue infinite declinazioni, che cerco di usare per migliorare la realtà che mi circonda. Amo i videogiochi, il freestyle rap e soprattutto la politica, non quella dei partiti di oggi, ma quella utile, basata sulla ricerca del confronto e non dello sterile consenso.